Nuova stretta da parte dell’AGCOM, con misure combinate tra Procure a Guardia di Finanza, per arginare la pirateria online e il cosiddetto “pezzotto”.
I diritti per la trasmissione di eventi sportivi, in Italia, sono da sempre al centro di accese polemiche a causa del continuo passaggio di mano, della frammentazione che ciò ha comportato negli anni e della conseguenza delle crescenti maggiorazioni di prezzo, ovvero l’approdo in massa alla pirateria. La pirateria di contenuti, è un meccanismo ormai estremamente radicato nella mentalità di molti italiani.
Non ha sicuramente scoraggiato la pirateria, il fatto che, la piattaforma che detiene a oggi la maggior parte dei diritti sportivi, DAZN, presenti tantissimi problemi che minano la qualità di visione degli eventi. Nonostante tutto, si è intensificata negli ultimi mesi, la lotta che AGCOM, l’Autorità garante nelle Comunicazioni, ha deciso di portare avanti contro il “pezzotto”, il decoder illegale che permette di avere accesso alle trasmissioni di Sky, DAZN e qualunque altro servizio, in maniera gratuita o pagando un abbonamento sicuramente minorato, a chi offre il servizio, seppur illegalmente.
Le prossime mosse
La lotta si fa stringente tra AGCOM e amanti della pirateria. Con l’inizio del campionato di calcio di Serie A, l’interesse sull’argomento “pezzotto” è tornato alto e le cause sono molteplici. Molti si chiedono per esempio, come mai si stia facendo ora ciò che non è mai stato fatto, quando i sistemi informatici erano molto più rudimentali. La risposta semplice è che adesso, c’è necessità di farlo.
Il campionato di calcio italiano, negli ultimi anni, ha attirato sempre meno investitori esteri, portando le piattaforme a ingegnarsi per non rischiare perdite milionarie, dopo aver investito per accaparrarsi i diritti. E di azioni contro la pirateria online, ne sono state già avviate diversi nei mesi passati, una su tutte il Piracy Shield, piattaforma messa a punto dallo Studio Previti, in uso alla Lega Serie A.
L’uso a cui dovrebbe assurgere il Piracy Shield è duplice: da un lato, si occuperà di intercettare chi sta diffondendo il segnale pirata mentre dall’altro, intercetterà chi ne sta usufruendo. In questo modo si agirà sia sul problema che sulle immediate conseguenze, applicando sanzioni che vanno da 150 a 5mila euro, ai sensi della legge n. 93/2023, denominata proprio “anti-pezzotto”.
Oggi, il contrasto alla pirateria, non è certo facile e il modo migliore che le autorità hanno di agire è tramite la localizzazione degli indirizzi IP (Internet Protocol) di chi diffonde direttamente il segnale pirata. A far tanto discutere è il fatto che il Piracy Shield, che dovrebbe occuparsi proprio di questo, non abbia alcun tipo di controllo umano e che blocchi in automatico qualunque IP lui riconosca come trasmettitore di segnale pirata, al netto di camuffamenti vari che possono avvenire. In questo contesto, bisogna capire come si comporterà la legge davanti alle situazioni in cui, degli utenti paghino per ricevere trasmissioni pirata.