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Londra nel mistero: bambole inquietanti pendono dalle statue più famose, chi è il responsabile?

Non si tratta di un film dell’orrore ma di una vera e propria campagna di sensibilizzazione. Scopriamone di più!

Nel cuore di Londra, tre strade trafficate e monumenti storici, si sta sviluppando un fenomeno che sta generando curiosità e anche a un certo senso di inquietudine tra cittadini e turisti. Delle bambole misteriose sono comparse appese alle statue più iconiche della città. Parliamo di statue come quelle degli attori Laurence Oliver e Jane Kelly o quelle dei calciatori Thierry Henry e Tony Adams.

Bambole inquietanti in giro per Londra, cosa succede? (ffwebmagazine.it)

Ma perché le bambole, con il loro aspetto spesso innocente e infantile, sono spesso utilizzate in contesti ambigui? Le bambole da sempre sono simbolo del mondo infantile e hanno un potere emotivo e visivo di grande impatto. Rappresentano la fragilità e l’innocenza e, nel momento in cui vengono posizionate in luoghi fuori dal loro contesto, assumono immediatamente una connotazione inquietante. In questo caso però, le bambole rappresentano la paternità e fanno parte della campagna “The Dad Shift”.

Essere padri in Inghilterra: il congedo di paternità

Siamo davanti ad una campagna guerrilla, ossia una forma di pubblicità non convenzionale che è di solito di grande impatto, a volte feroce. Le statue londinesi si sono trasformati in neo papà con dei finti bambolotti in fasce attaccati al petto. La campagna vuole portare l’attenzione sulla congedo di paternità e sul diritto ad essere padre. A quanto pare, infatti, nel Regno Unito bisogna fare i conti un congedo di paternità tra i peggiori in Europa. Sono solo due le settimane che un padre può chiedere e vengono pagati circa 184 sterline a settimana. Recenti ricerche hanno dimostrato che, proprio a causa di queste condizioni pessime, un papà su tre non ha chiesto il congedo dopo la nascita del proprio bambino.

Le statue per la campagna “The Dad Shift” – IG Ufficiale insanitypage (ffwebmagazine.it)

Gli attivisti della campagna, dunque, hanno voluto protestare contro questo congedo riaprendo il dibattito sul tema della paternità. La questione non riguarda solamente gli uomini, infatti avere a disposizione un congedo adeguato permette agli uomini di sostenere le madri e di avere quindi una maggiore equità. Se i padri hanno più tempo, di conseguenza anche le madri avranno più tempo.

Di certo la campagna non è passata inosservata ed il governo inglese dovrà prima o poi rispondere sulla questione. Infatti, gli attivisti della campagna non si sono fermati alle statue ma hanno intenzione di consegnare una lettera al primo ministro chiedendogli proprio di rivedere questa situazione, ponendo l’attenzione sul fatto che un cambiamento del genere aiuterebbe le famiglie che di conseguenza farebbero crescere l’economia britannica.

Sono riusciti ad andare anche sul personale, sperando di toccare maggiormente il primo ministro, infatti hanno citato il rapporto tra quest’ultimo e suo padre e del fatto che il loro rapporto lo abbia aiutato a diventare il padre che ora. Ed è semplicemente quello che chiedono, la possibilità ai padri di avere maggior tempo da trascorrere con i propri figli.

Che dire dell’Italia? Nel nostro paese esiste un congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni che può essere richiesto un arco di tempo che va dai 2 mesi precedenti al parto ai 5 mesi dopo. Oltre a questo, esiste un congedo parentale per cui è possibile chiedere 3 mesi di assenza dal lavoro fino ai 12 anni del minore.

Rosa Liccardo

Sono laureata in Storia dell'arte ed ho la passione per i libri e la scrittura. Redattrice da qualche anno e amo scrivere di lifestyle, viaggi, arte e turismo. Sono appassionata di grafica e fotografia e nel tempo libero mi piace cucire, vedere film e serie tv. Ho una predilezione per i fantasy!

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