Dopo l’incoronazione Carlo III sta facendo alcuni conti che hanno preoccupato il popolo britannico. Se il Re lasciasse il trono cosa succederebbe?
L’incoronazione di Re Carlo è recente e il sovrano del Regno Unito ha preso il posto di sua madre, la Regina Elisabetta, con tutti gli impegni di un ruolo così importante. Un incarico molto impegnativo, le cui aspettative da parte dei sudditi sono molto alte. Secondo recenti sondaggi, i britannici hanno ancora molta fiducia sulla monarchia e, dunque, sul ruolo ricoperto da Carlo III.
Ma il regno di Carlo III sarà un lungo regno? Quali sono le implicazioni del Re e chi lo succederà? È noto che Carlo compirà 75 anni a novembre e il suo erede al trono è William, il suo primogenito. Ne consegue che il sovrano britannico è già anziano, a differenza di sua madre che fu eletta a soli 25 anni, dopo la morte di suo padre, Enrico VIII. Questo non è un dettaglio da poco e può condizionare la durata del suo regno.
Il regno-lampo di Carlo III, cosa succederà?
Secondo quanto ipotizzato dal giornalista esperto di affari reali Vittorio Sabadin su Il Messaggero, si sta ipotizzando che Re Carlo III stia pianificando un regno decennale, al termine del quale cederà il trono al figlio William e assumerà un ruolo atipico, quello di un “Re Padre”. In questa veste, opererà come consigliere del suo successore e svolgerà incarichi di rappresentanza. Sono entrambi consapevoli che il regno deve essere guidato da persone più giovani.
Carlo è consapevole del fatto che per rendere accettabile l’istituzione anche alle generazioni più giovani, sarà necessario affiancare un volto più fresco e contemporaneo ai simboli della monarchia, come ad esempio sui francobolli o sulle banconote. William, che ha attualmente 40 anni, potrebbe rappresentare la giusta scelta per assumere i compiti gravosi di un re fra 10 anni, quando avrà 50 anni.
Il figlio maggiore di Carlo, George, avrà 19 anni, un’età perfetta per iniziare a imparare. Carlo crede di avere una buona salute per almeno altri dieci anni e spera di utilizzare questo tempo per fare una transizione verso una monarchia moderna e al servizio del pubblico, abbandonando l’immagine fiabesca e fantastica della monarchia del passato.
Riuscire a combinare la volontà di intervenire con la stabilità della monarchia sarà una sfida. Tuttavia, secondo i costituzionalisti, Carlo III potrebbe favorire la soluzione di tematiche non divisive come la riduzione delle disuguaglianze economiche, la sanità, l’innovazione nel sistema educativo e altre tematiche su cui è difficile non essere d’accordo. Sarà importante il ruolo che potrà esercitare anche nel suo operato presso il Foreign Office, sfruttando l’effetto positivo del “soft power” che i monarchi hanno a disposizione quando rappresentano il governo in missioni ufficiali.