Ristrutturare la propria casa diventa obbligatorio ed è una mazzata. Si parla della cifra esorbitante di 60.000 euro.
In principio prima gli italiani potevano ristrutturare la propria abitazione accedendo al Superbonus 110% e ottenere il rimborso per adeguare la propria casa ai requisiti “green”. Questo ha permesso l’efficentamento di migliaia di palazzine e villette. Ora con lo stop alla cessione dei crediti numerosi proprietari di case si trovano a dover sborsare di tasca loro gli importi per la ristrutturazione edilizia. E, inoltre, questo ha prodotto anche un allarme esodati, tra chi aveva deciso di fare una riqualificazione energetica della propria casa, accedendo ai benefici offerti dal Superbonus.
L’Italia ha un patrimonio edilizio vecchio e costruito negli anni ’80, ma deve adeguarsi alle direttive europee per renderle “green”. Le case devono ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia entro il 2030, diventando climaticamente neutre entro il 2050. Devono raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2023. Ma quali sono i costi per raggiungere tali standard?
A causa delle nuove direttive, gli italiani dovranno affrontare una spesa di circa 60mila euro per adeguare le loro abitazioni alle nuove direttive Ue, che prevedono il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e della classe D entro il 2033. Il 62% del patrimonio abitativo italiano si trova attualmente nelle classi energetiche più basse, F e G. Inoltre, a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Le informazioni provengono da un’analisi di Silvi Costruzioni Edili basata su dati di varie fonti istituzionali.
Il tasso annuo di ristrutturazione profonda in Italia è molto basso, solo il 0,9%. Il 62% degli immobili residenziali sono classificati nelle classi F e G, ovvero gli immobili meno efficienti. Tuttavia, le categorie E e D stabilite dall’Unione Europea non corrispondono alle attuali classificazioni italiane. La maggior parte degli immobili in Italia si trova nella fascia E-F-G, solo il 26% rientra nella classe D o superiore. Sarà necessario effettuare la sostituzione degli infissi e delle caldaie, l’installazione di un cappotto termico e di pannelli fotovoltaici per rispettare le nuove normative, anche se il testo definitivo della direttiva non è ancora stato stabilito.
La direttiva europea impone l’obbligo di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici entro il 1° gennaio 2024, vietando l’uso di caldaie a combustibili fossili. Questo comporta una spesa per gli interventi di coibentazione e adeguamento degli impianti che potrebbe raggiungere cifre elevate, fino a 180mila euro per una singola casa di 200 metri quadrati in classe G. Silvia Silvi ritiene che i costi per gli italiani siano elevati e suggerisce l’introduzione di nuove forme di bonus edilizi per aiutare a realizzare tali opere, oltre ad avere maggior tempo per raggiungere gli obiettivi del 2030.