Un aumento allarmante di uno dei parassiti più comuni sta gettando nel panico l’Italia. Vediamo di cosa si tratta.
Dopo la pandemia di Covid, un altro pericolo in agguato. Un parassita si sta moltiplicando a ritmi mai visti prima. In questo articolo vi spieghiamo cosa dicono i medici.
Il Covid ci ha cambiati. Per sempre. Prima molti di noi sottovalutavano il rischio di virus e batteri. Oggi sappiamo che un virus può fare una strage e uccidere miliardi di persone. Gli scienziati sono stati chiari: quella di Covid non è stata l’ultima pandemia con cui l’umanità ha dovuto fare i conti. Dunque, per il futuro, dobbiamo essere pronti. Ma il futuro potrebbe essere già qui. Infatti i medici hanno già messo in guardia: un parassita molto comune ma molto pericoloso si sta moltiplicando e presto la situazione potrebbe diventare ingestibile. Purtroppo il salto tra specie diventerà sempre più frequente negli anni a venire: dobbiamo dotarci di strumenti adeguati per combattere questi nemici.
L’organizzazione mondiale della sanità ha recentemente dato un annuncio che tutti aspettavamo con ansia: la pandemia può dirsi finita. Questo, però, non significa che il Covid non c’è più. Tutt’altro: significa che è destinato a diventare un virus presente in modo stabile. In forma meno aggressiva, tuttavia. Per tal motivo gli esperti hanno invitato i Governi di tutto il mondo a puntare di più sull’organizzazione sanitaria e a stendere appositi piani per fare fronte a future epidemie.
Parassiti: ecco cosa sta succedendo
Può un banale parassita mettere in ginocchio un intero Paese? Sì se porta malattie infettive facilmente trasmissibili. I due anni di pandemia di Covid ci hanno insegnato che a piegare il mondo intero ci vuole poco. Molto meno di quello che immaginavamo fino al 2019.
Negli ultimi vent’anni, in Lombardia, si è assistito a un aumento esponenziale di animali selvatici e volatili. I livelli con cui si sono riprodotti stanno diventando ingestibili e oggi rappresentano un pericolo per la salute dell’essere umano. Regione Lombardia ha deciso di correre ai ripari e, in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’Università Statale di Milano, sta portando avanti il progetto Spillover.
Questo progetto ha l’obiettivo di indagare il ruolo epidemiologico della fauna selvatica. Il dottor Vincenzo Traldi – direttore del dipartimento One Health dell’Ats – ha spiegato che sono le zecche a destare maggiore preoccupazione, anche perché negli ultimi due decenni si è osservata la costante crescita del rischio di trasmissione di patologie da parte di questi vettori. Purtroppo le zecche sono parassiti molto comuni e sono diffusissime. Si attaccano con facilità anche agli umani e possono portare infezioni gravissime, talvolta anche letali. È fondamentale, in tal senso, curare moltissimo l’igiene personale e quella dei nostri animali domestici.