Manuel Agnelli non ha mai accettato il ruolo di padrino o protettore dei Maneskin: da uomo libero, ha tante volte criticato il gruppo
Pur essendo stato il giudice che li ha scelti e accompagnati durante il talent musicale X-Factor (il programma che li ha portati al successo) e poi l’ospite d’onore alla loro esibizione a Sanremo, il cantante degli Afterhours vuole sentirsi libero di trattare i giovani componenti dei Maneskin con la severità di uno spettatore disinteressato. Più volte Manuel Agnelli ha elogiato il sound e l’energia del gruppo, difendendoli dalle critiche a priori, ma in altri casi è stato anche parecchio duro nei confronti di certe loro scelte artistiche.
Qualche anno fa, Manuel Agnelli fu intervistato dal giornalista Peter Gomes nel programma La Confessione. “X-Factor fa cultura?”, gli chiese provocatoriamente il giornalista. Agnelli rispose che potenzialmente X-Factor potrebbe avere enorme impatto culturale, ma che dal suo punto di vista di musicista è sempre stata un’occasione mancata: “Per il tipo di messaggio che lancia, il tipo di pubblico che ha, il tipo di qualità che ha nel realizzare le cose, potrebbe veramente condizionare anche culturalmente tutto il Paese, e invece produce solo le briciole… La televisione vince su tutto e questo è un peccato.”
Manuel Agnelli bacchetta i Maneskin: “Ecco in cosa sbagliano“
Lo stesso Gomes domandò a Manuel Agnelli se i Maneskin senza X-Factor sarebbero arrivati lo stesso a tutto il successo che hanno ottenuto. E Agnelli rispose seccamente di no. “X-Factor qualche volta ci azzecca“, argomentò il cantante degli Afterhours. “Forse X-Factor ha una componente musicale che è seria, ed per questo che mi fa incazzare, è per questo che ci credevo, per questo ancora penso che potrebbe essere una grande occasione davvero a livello musicale“.
Secondo Agnelli i Maneskin sono una formazione potenzialmente dotata ma frenata da una gestione artistica sbagliata. X-Factor li ha lanciati e loro hanno avuto successo, ma solo dal punto di vista commerciale, senza crescere sul serio musicalmente. “Il problema“, sintetizzò Agnelli nella famosa intervista, “è quando anche i Maneskin vanno a troppe sfilate invece che stare mesi chiusi in studio a fare i pezzi. Anche lì c’è una percezione falsata. Il problema è la gestione del dopo“.
A cinquantasette anni, Agnelli può dirsi ormai un uomo esperto del mercato musicale, pur non avendo mai vissuto in prima persona il successo popolare. Con gli Afterhours ha fatto la storia del sottobosco rock alternativo italiano. Poi come giudice di X-Factor è diventato un personaggio televisivo. Oggi lavora anche in teatro, come protagonista del musical Lazarus, dedicato a David Bowie.
