In alcune città italiane (e non solo) i barbecue sono vietati. Per quale motivo? Perché inquinano troppo. Le norme restrettive potrebbero estendersi ad altri Comuni. Ecco da dove è partito tutto
Un’ordinanza che ha fatto molto discutere nei giorni scorsi ha scatenato un dibattito nazionale che nei prossimi mesi potrebbe cambiare le regole in quasi tutto il territorio. Tutto è partito dalla città di Bologna. Al bando i barbecue: il sindaco bolognese Mattero Lepore ha infatti emanato un’ordinanza con cui impone il divieto di cuocere carne alla brace in quei periodi in cui i livelli di polveri sottili sono alti. E c’è già stata una multa.
Un ragazzo è stato infatti punito con una sanzione da 200 euro per non aver rispettato l’ordinanza comunale. E nei prossimi giorni, se il divieto andrà avanti, ci saranno controlli da parte delle Forze dell’Ordine. Con l’arrivo della bella stagione e delle festività (come il primo maggio), è facile vedere famiglie o gruppi di amici all’aperto, in luoghi privati o pubblici, alle prese con grigliate e mangiate di carne cotta al barbecue. Ma la situazione potrebbe presto cambiare, perché diverse città italiane stanno iniziando a vietare i barbecue, considerati fonte di inquinamento.
La città di Bologna considera l’ordinanza come una misura di emergenza, che scatta quando le centraline di Arpae fanno segnare valori sopra la soglia. Il divieto di combustione all’aperto è dunque disposto a tutela della salute dei cittadini. Ma i bolognesi non sono gli unici a bandire le grigliate.
Le città in cui il barbecue è o sarà vietato: Bologna fa scuola
Anche a Roma, e già da parecchio tempo, ci sono alcune limitazioni. In molti quartieri è permesso che i condomini dispongano divieti. Ma all’aperto, quasi ovunque, almeno formalmente, il barbecue è vietato. Nel regolamento di polizia urbana capitolina, all’articolo 25, è previsto si vieta infatti l’accensione di “fuochi di qualsiasi genere, anche in luoghi privati, a meno che non vi sia una apposita canna fumaria”. Per i fuochi pirotecnici o semplici bisogna insomma avere un permesso. E l’amministrazione comunale decide quando far decadere la norma, per esempio in occasione di feste religiose o laiche.
D’estate e nei periodi di massimo inquinamento, nella Capitale è però sempre vietato accendere fuochi di qualsiasi genere. Quindi una grigliata può essere multata. E nel resto d’Italia? Pare che l’ordinanza del Comune di Bologna piaccia a molti altri sindaci. Presto il divieto potrebbe scattare anche a Cosenza.
Il sindaco cosentino Franz Caruso ha già fatto sapere di star pensando a un divieto simile, sempre per questioni ambientali. E lo stesso sta facendo il Comune di Catanzaro. Un po’ dovunque ci si preoccupa di limitare gli innalzamenti delle polveri sottili, soprattutto nelle giornate più critiche. In Lombardia, a causa della estrema siccità, il Comune di Gavriate ha indotto il sindaco a vietare da alcuni giorni qualsiasi tipo di fuoco compresi i barbecue e grigliate in parchi e aree pubbliche. E lo stesso succede pure a Mantova. Le multe vanno dai 200 ai 500 euro. La questione non va dunque affrontata con ironia, perché da un punto di vista scientifico è vero che le grigliate inquinano.