Una giovane campionessa di sci e amante dello sport è venuta a mancare, stroncata da una grave malattia che l’aveva colpita nel 2018. Un lutto che lascia senza parole.
Era stata aggredita da un grave tumore cinque anni fa, nel 2018, quando aveva 32 anni e si stava preparando per le Olimpiadi. Le cure sembravano aver sortito effetto. Ma il male si è poi ripresentato la scorsa estate, due anni dopo il ritiro dall’agonismo, e dopo mesi terribili non le ha purtroppo lasciato scampo.
La Valcamonica ha perso nelle scorse ore una delle sue stelle più grandi luminose: la campionessa di sci Elena Fanchini. L’atleta, una ragazza bellissima, solare e piena di gioia di vivere, se ne è andata a soli 37 anni, lasciando senza parole familiari, colleghi, amici e un po’ tutti noi.
Il lutto improvviso che ha sconvolto il mondo dello sport (e non solo)
Elena Fanchini, nata e cresciuta a San Maurizio di Monte Campione ma poi residente a Vissone di Piancamuno (Brescia), era sorella di Nadia e Sabrina, anche loro sciatrici di alto livello. Ed era un’affermata atleta olimpionica, con all’attivo decine di gare e vittorie. In particolare, ha trionfato nella coppa del mondo ben due volte: nel 2005 a Lake Luoise in Canada e poi a Cortina d’Ampezzo.
La sciatrice di discesa libera aveva dato l’annuncio della malattia alla vigilia dei Giochi invernali di Pyeongchang nel 2018, ai quali aveva dovuto rinunciare proprio a causa del tumore al colon che l’aveva aggredita. In carriera ha vinto anche un argento mondiale in discesa nel 2005 a Bormio. A gennaio Sofia Goggia le aveva dedicato al vittoria in discesa a Cortina: “Eli è per te”, aveva detto l’olimpionica. E lei le aveva risposto: “Quel pettorale rosso mi ha regalato un sorriso”.
Elena Fanchini era diventata testimonial dell’Airc e aveva reso la sua testimonianza in occasione della giornata delle arance del 2021: “Come sportiva ho sempre tenuto un corretto stile di vita – aveva spiegato -. Niente fumo né alcol, tanta attività fisica e un’alimentazione bilanciata in cui abbondano frutta e verdura. Ho scoperto che il mio tumore è di origine genetica, eppure nella mia famiglia non ci sono mai stati casi di tumore, ma credo nell’importante ruolo della prevenzione”. Parole che ora sono come un pugno al cuore.
Il tumore al colon è purtroppo uno dei più diffusi in Italia, con 50mila nuove diagnosi ogni anno. Un’équipe di ricerca dell’Università di Bologna ha scoperto che in Europa c’è stato un aumento nei morti per cancro al colon-retto dell’11,9% a causa della pandemia di Coronavirus Sars-CoV-2. La diffusione del Covid ha infatti causato ritardi negli screening salva-vita, riducendo il tasso delle diagnosi precoci della neoplasia, con conseguenze letali.