Scoppia uno scandalo a Ballando con le Stelle. Malgrado il format sia terminato da tempo, i riflettori sono puntati sulla finale.
Tra i game-show più amati in assoluto, Ballando con le Stelle è capace di tenere incollati gli spettatori agli schermi per intere edizioni. L’ultima ha riscosso un enorme successo, tanto che fino all’ultimo ha fatto il picco di ascolti, nella curiosità di scoprire il suo vincitore.
Per un totale di 17 edizioni, ogni puntata è resa unica dalla presenza della padrona di casa Milly Carlucci, che da anni guida il format in modo magistrale.
L’ultima edizione si è chiusa lo scorso 23 dicembre vedendo salire sul podio la giornalista Luisella Costamagna. Tuttavia questo verdetto non è stato digerito da molti, tra cui non manca all’appello Selvaggia Lucarelli che non ha per nulla visto di buon occhio questa vittoria. Tra la giudice e la concorrente non c’è stato in generale mai un buon rapporto: indimenticabile come in finale la Costamagna si sia tappata le orecchie per non sentire i giudizi taglienti di Selvaggia.
Proprio sulla finale si apre un vero e proprio caso, portando a scendere in campo il Codacons, l’associazione destinata a difendere i diritti di consumatori e utenti.
Ballando con le Stelle, scoppia la bufera per la vittoria di Costamagna
Il Codacons ha chiesto alla macchina organizzativa di Ballando con le Stelle di poter accedere ai voti della finale. Lo scopo è verificare che tutto si sia svolto regolarmente.
Ma il riconteggio dei voti non è un’ipotesi contemplabile per Viale Mazzini: la vittoria resta così a capo della Costamagna. Ad alzare il polverone è stato il fatto che il verdetto abbia lasciato molti con l’amaro in bocca. Proprio per questo l’associazione desidera verificarne l’effettiva validità.
Diffuso dai social un forte lamentio per la vittoria della giornalista. Molti avrebbero voluto sul podio il modello Alessandro Egger, molto quotato come vincitore del programma.
La richiesta di mostrare i dati raccolti dal televoto quella sera del 23 dicembre è stata rigettata in modo catagorico dal format. Considerata inammissibile, per Rai mancherebbero i presupposti per rispondere a questa istanza, considerata non accettabile.
L’emittente in una nota ha chiarito come “non sussiste alcuna situazione giuridica qualificata e differenziata, meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico, di cui le associazioni sarebbero titolari e che possa ricevere beneficio o tutela dalla visione dei documenti richiesti.”
A seguito del rifiuto secco, non è mancata la reazione del Codacons nella preoccupazione di come non sia stata garantita la trasparenza ai telespettatori e agli utenti che dopo la finale hanno chiesto di vederci più chiaro sul verdetto, per nulla atteso e che ha sfatato molte aspettative.