“L’amante di Lady Chatterley”, la recensione della pellicola erotica con Emma Corrin e Jack O’Connell: ecco cosa non funziona nel prodotto lanciato da Netflix
Si tratta dell’ultimo tra gli adattamenti cinematografici del romanzo che David Herbert Lawrence pubblicò per la prima volta nel 1928. Emma Corrin – celebre per il ruolo di Lady Diana Spencer in “The Crown” – e Jack O’Connell sono i protagonisti di una pellicola che avrebbe dovuto indagare le contraddizioni della natura umana e l’ambiguità dei sentimenti, ma che, alla fine, rischia di risultare l’ennesimo prodotto erotico distribuito dalle piattaforme streaming.
“L’amante di Lady Chatterley”: la trama del film
Distribuita su Netflix a partire dal 2 dicembre scorso, la pellicola narra dell’amore extra coniugale tra Connie Chatterley (Emma Corrin) e Oliver Mellors (Jack O’Connell), guardiacaccia della tenuta presso cui la protagonista si trasferisce in compagnia del marito Clifford Chatterley, invalido di guerra.
Il film si sviluppa attorno all’amore appassionato e travolgente tra i due personaggi, che finiscono per rappresentare l’uno la valvola di salvezza dell’altra. Connie, grazie ad Oliver, arriva a sperimentare sentimenti e sensazioni che accanto al marito non aveva mai avuto l’opportunità di provare, scoprendo non solo l’universo della sessualità, ma anche la potenza di un legame che si dimostra più forte delle convenzioni e dei contratti stipulati socialmente.
Qualcosa, tuttavia, stona pesantemente all’interno della pellicola tratta dal romanzo omonimo di David Herbert Lawrence. Il più grande difetto del prodotto diretto da Laure de Clermont-Tonnerre è non solo quello di aver puntato tutto su una produzione che si fonda sul visivo, sull’effetto scenico, a scapito dei dialoghi tra i protagonisti e del supporto di personaggi secondari. Vi sono almeno altre due pecche, infatti, che il film esibisce fin dai minuti iniziali.
“L’amante di Lady Chatterley”: cosa non funziona nella pellicola erotica di Netflix
Il primo difetto che balza agli occhi, per quel che concerne “L’amante di Lady Chatterley“, è il totale passaggio in secondo piano di qualunque pretesa narrativa che non abbia a che fare con la relazione erotica tra i protagonisti. Nonostante il romanzo fornisca numerosi spunti per indagare la psicologia di un personaggio come Connie – costretta dalle convenzioni e dalla società ad aderire ad uno standard che sembra avere ben poco a che fare con la sua personalità -, il film pecca del mancato approfondimento dei cambiamenti e degli stati d’animo dei personaggi.
In un certo qual modo, è come se la regista fosse incappata nell’errore di traportare una trama come quella di “Cinquanta sfumature di grigio” in un’epoca passata, attraverso gli espedienti tipici della pellicola di costume.
In aggiunta, il film perde di credibilità nel momento in cui la vicenda dei due protagonisti finisce per “divorare” tutto il resto. Gli altri personaggi, assimilabili a delle macchiette, appaiono come le pedine di un gioco che, a conti fatti, parrebbe avere il solo scopo di abbagliare lo spettatore con tanta scena e spettacolarità, ma poca sostanza di contenuti.